Sig. Sindaco, Vicesindaco, Assessore, colleghi Consiglieri,

confrontando il Metodo normalizzato per la Simulazione calcoli anno 2016 con quello del 2015 possiamo constatare come il compilatore abbia svolto prevalentemente un lavoro di semplice copia e incolla che, però, ci ha lasciato ugualmente delle perplessità a cui ci farebbe piacere ricevere delucidazioni in quest’aula.

  1. Punto 2.1. (Ripartizione parte fissa): si nota immediatamente che il numero di utenze domestiche ha avuto un aumento di 12 unità – passando da 880 a 892 –, mentre, stranamente, quelle non domestiche sono rimaste invariate a 166, nonostante a noi pare siano avvenute chiusure e aperture di nuovi uffici e attività.
  2. Punto 2.2. (Ripartizione della parte variabile): qui il dato interessante è il coefficiente Kd, sigla che sta per coefficiente di produzione in Kg/mq anno ed è determinato tra un minimo, un massimo o un valore compreso fra i due estremi. Il coefficiente Kd utilizzato non è variato dall’anno passato. C’è da domandarsi, però, quali siano stati i criteri che hanno determinato la scelta tra il valore massimo e quello minimo. Infatti su 22 tipologie di attività produttive solo per 5 è stato utilizzato il coefficiente Kd massimo, mentre per tutte le altre, sia che siano effettivamente presenti sul nostro territorio o meno, il coefficiente Kd utilizzato è sempre il minimo. Da notare, infine, che come non è variato il numero di utenze non domestiche, così neppure la superficie totale è stata modificata di un solo mq, nonostante le nuove attività. In ogni caso, se a tutte le utenze fosse stato applicato il coefficiente Kd minimo, avremmo avuto una quantità stimata di rifiuti prodotti da utenze non domestiche di 354.208,11 Kg con un’incidenza del 39,84% rispetto a quella riportata del 45,86%, e molto più vicina alla percentuale del 25,00% effettivamente applicata. Bastava fare due semplici calcoli.
  3. Il punto 2.3. (Ripartizione della quantità dei rifiuti prodotti tra utenze domestiche e utenze non domestiche) riporta esattamente i valori dell’anno passato nonostante l’incremento del numero delle utenze domestiche. Il motivo è elementare: per il calcolo vengono utilizzate non le cosiddette percentuali calcolate – quindi quelle più aderenti alla realtà –, ma quelle corrette – con criteri che non è dato comprendere!
  4. Il punto 3. (Costi): è stato copiato pari pari da quello dell’anno passato, a parte la voce sui costi generali di gestione della parte fissa che vede una diminuzione di oltre il 15% passando da € 45.276,00 a 39.276,00.
  5. Il punto 5.2. (Riduzioni per categoria – utenze domestiche) vede l’aggiunta di una riduzione del 100% per un nucleo familiare di 4 componenti (che abita in un alloggio di 125 mq), che porta a 8 le famiglie esentate dal pagamento della Tari, della modifica, poi, delle superfici con riduzione e, infine, del numero delle utenze che usufruiscono di tali riduzioni. Sul punto 5.3. (Riduzioni per categoria – utenze non domestiche) ci chiediamo il motivo della diversità di riduzioni che vanno dal 5% sino al 100%, e non ne comprendiamo il motivo! Al punto 5.4. (Utenze domestiche al netto delle riduzioni e delle esenzioni) troviamo minime modifiche date dalla variazione del numero delle utenze domestiche e, di conseguenza, delle superfici, mentre nulla continua a variare per le utenze non domestiche che, come ricordavamo, hanno subìto anch’esse variazioni dall’ultima approvazione del piano finanziario Tari del 09 luglio 2015.
  6. Il punto 6.1. (Articolazione della tariffa utenze domestiche – Calcolo della parte fissa): finalmente troviamo dei dati utili per una valutazione. Il Quf – cioè la quota unitaria (€/mq), determinata dal rapporto tra i costi fissi attribuibili alle utenze domestiche e la superficie totale delle abitazioni occupate dalle utenze medesime, corrette per il coefficiente di adattamento Ka, che è il coefficiente di adattamento che tiene conto della reale distribuzione delle superfici in funzione del numero di componenti del nucleo familiare costituente la singola utenza – il Quf, dicevamo, vede una piccola riduzione: da €/mq di 0,38609 del 2015 a 0,35294 ottenuto rimodulando il Ctuf, i costi fissi attribuiti alle utenze domestiche, già visti al punto 3.1. (Ripartizione dei costi), dove vi era la ripartizione dei costi tra domestico e non domestico. La cosa interessante è per i calcoli non è stata usata la superficie indicata in questo punto 6.1, ma dati scorporati da ricavare dal punto 5. (Determinazione delle superfici al netto delle riduzioni e delle esenzioni), facendo gli opportuni calcoli non riportati nel documento consegnatoci.
  7. Il punto 6.2. (Calcolo della parte variabile utenze domestiche) vede un gettito invariato nonostante l’aumento delle utenze domestiche che, secondo quanto qui viene implicitamente affermato, non produrranno più rifiuti rispetto all’anno passato. Difficile da credere.
  8. Il resto ci pare trascurabile trattandosi di rimodulazioni tariffarie per far tornare i conti, almeno per quanto riguarda le utenze domestiche, dato che come già abbiamo accennato quelle non domestiche in questa simulazione sono state ignorate.

Per tali motivi il nostro voto sarà di astensione, visto oltretutto che quest’anno non ci è stata neppure fornita la “Previsione gettito Tari esercizio 2016” e speriamo non si sia trattato di una omissione di atti d’ufficio che, come ben sapete, è punibile penalmente, secondo quanto disciplinato dall’art. 328 del Codice penale.


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