Sig. Sindaco, Vicesindaco, Assessore, colleghi Consiglieri,

con l’approvazione di questo Ordine del giorno si vuole che l’acqua rimanga un bene pubblico. Ci si dichiara contrari, come detto, a quanto stabilisce l’art. 7 della Legge 164/2014 che ha introdotto l’obbligo per gli “Enti di governo degli ambiti territoriali ottimali per il servizio idrico integrato” di determinare entro un anno dalla data di pubblicazione della Legge (cioè entro il 30 settembre 2015) la forma gestionale da applicarsi a tutto il territorio di competenza, al fine di procedere successivamente alla scelta del “gestore unico”.

Dall’altra parte, però, voi che chiedete un voto in tal senso, durante l’ultima campagna elettorale avete inaugurato, in pompa magna, la “casa dell’acqua”. Peccato che la gestione sia stata data a un privato e il voto chiesto oggi non sia susseguente alle azioni di pochi mesi fa.

Non dimentichiamo che la “casa” eroga acqua del nostro acquedotto, acqua, che con questo ordine del giorno, si ribadisce essere un bene comune!

Il voto di oggi – per l’acqua come bene pubblico – credo che, per essere vero e coerente, debba implicare che l’acqua sia gestita dal pubblico e non generi profitti, come tra l’altro, e non secondariamente, stabilito dalla volontà popolare nel 2011 con il Referendum sull’acqua pubblica – dove oltre il 95% dei votanti, quasi il 55% degli aventi diritto, si espresse in tal senso.

Mi domando quindi il motivo per cui vi siate fatti sponsor del business per l’istallazione “privata” della “casa dell’acqua”, benedicendola pubblicamente. Ricordo infatti che la “nostra” “casa dell’acqua” è installata da una ditta privata che ne introiterà i profitti per parecchi anni acquistando acqua dell’acquedotto a cifre magari inferiori rispetto a quelle che pagherebbe un normale cittadino o un’attività commerciale a parità di metri cubi erogati. Tale ditta non credo paghi neppure l’occupazione di suolo pubblico, tassa dovuta da chi ha un’attività che vende acqua in bottiglia.

Certamente per la “casa dell’acqua” si sarebbe potuto agire diversamente, anche per essere coerenti con l’Ordine del giorno presentato oggi.

Un esempio: il Comune di Loano, in Provincia di Savona.

Nel dicembre 2013 la Giunta di Loano ha deciso di acquistare una “casa dell’acqua”, che è stata inaugurata il 23 dello stesso mese. Una “casa dell’acqua” realmente pubblica, dato che il Comune ne ha incamerato i profitti e lasciato la sola manutenzione alla ditta installatrice.

I dati che ho ricavato i giorni scorsi dal sito internet istituzionale del Comune di Loano ci dicono che:

  • i litri erogati, al 5 marzo 2015, sono 408.662, pari a 272.441 bottiglie da litri 1,5;
  • il Comune ha incassato, al 31 gennaio 2015, euro 18.445,08;
  • le spese per la manutenzione, al 31 dicembre 2014, sono state di euro 9.662,40;
  • il risparmio per le famiglie è stato di euro 69.472,54 (cifra data dalla differenza tra euro 0,22, il costo medio di 1 litro d’acqua in bottiglia, ed euro 0,05, costo di 1 litro d’acqua della “casa dell’acqua”, notate che non vi è differenza tra acqua refrigerata naturale o frizzante!).

Detto in altri termini la “casa dell’acqua” di Loano ha fatto risparmiare all’ambiente:

  • 158.924 litri d’acqua;
  • 9.081 kg di PET (bottiglie in plastica);
  • 18.163 kg di petrolio;
  • 21.795,31 euro per lo smaltimento delle bottiglie in plastica.

Va poi ricordato che per produrre una bottiglia in plastica da un litro si impiegano:

  • 162 gr. di greggio;
  • 100 gr. di CO2;
  • euro 0,08 per lo smaltimento.

In circa un anno e mezzo dall’investimento iniziale a quanto pare il Comune di Loano è rientrato nella spesa fatta e i proventi dovrebbero ora essere utilizzati per l’acquisto di una seconda “casa dell’acqua” da istallare in un’altra area.

Invece a Tarantasca, come al solito, ci sembra si abbiano poche idee e per di più confuse: non capisco come possano convivere il no alla privatizzazione dell’acqua pubblica e l’affidare la gestione della “casa dell’acqua” a una ditta che vuole trarne profitto.

Forse sarebbe da valutare per la prossima installazione, che come da promessa elettorale avverrà a San Chiaffredo, la gestione in proprio della “casa dell’acqua” così da avere nuove entrare da usare anche per evitare nuove tasse.

Essendo noi di «Tarantasca Viva» convinti sostenitori dell’acqua come bene comune voteremo a favore di questo Ordine del giorno anche se non condividiamo il vostro modo di agire assolutamente ambiguo.


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