Si ritiene opportuno precisare, a questo proposito, che la ratio sottesa alla norma in commento consente di collegare la delibera di agevolazione al tributo di riferimento (IMU, Tasi, Tari, Tosap ecc) anche se in apparenza non direttamente ricollegabile al tipo di attività posta in essere. Così, ad esempio, si potranno prevedere riduzioni o esenzioni dalla Tari per progetti di pulizia di parchi pubblici, ma anche agevolazioni Tasi per gli stessi interventi, riconducibili alla sua natura di tributo sui servizi indivisibili. Oppure, nulla vieta che per un progetto di riqualificazione di un bene immobile possa essere concessa un'agevolazione sull'IMU.

Tutte queste premesse per ribadirle come il "baratto amministrativo" non sia la facile soluzione per contribuenti morosi ed in cerca di occupazione; se questo ente non ha scelto di approvare un Regolamento ad hoc,questo è frutto di una ponderata scelta basata sulla conoscenza della situazione debitoria dei concittadini e sulla verifica delle concrete possibilità di attuare siffatta norma.

Mi resta comunque il dubbio che il Capogruppo consiliare di "Tarantasca viva" accosti istituti del tutto diversi ,uniti forse dall'unico denominatore comune riscontrabile nello "svolgimento di lavori di pubblica utilità".

Le premesse della deliberazione adottata da questa Giunta il 23 febbraio scorso, con verbale n.19,sono molto chiare.

Il Giudice di Pace può, a norma dell'art.54 del D.lgs.274/2000, a richiesta del cittadino, applicare la pena del lavoro di pubblica utilità non retribuito a favore della collettività, da svolgere presso lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni o presso enti o Organizzazioni di assistenza sociale o di voi onta riato.

Siamo in materia penale e non di fiscalità locale, si tratta di un'attività gratuita che il cittadino rende per evitare la pena della reclusione per un delitto commesso in violazione del codice della strada. La gravità della pena ha fatto propendere questa Amministrazione per la decisione di sottoscrivere una convenzione con il Tribunale di Cuneo, proprio per evitare ai concittadini l'esposizione alla reclusione o al pagamento di una pesante sanzione.

L'iniziativa quindi non può dirsi di parte comunale e la ratio non sta nel ricevere prestazioni gratuite necessarie a questo ente, ma nel dare la possibilità a chi ha sbagliato di pagare una "pena" socialmente e pecuniariamente meno gravosa.

Sottolineo, infine, il fatto che il numero di soggetti ammessi contemporaneamente alla pena sostitutiva è di sole due unità e non crea quindi problemi di interferenze con il personale dipendente.

Distinti saluti

 

La nostra interpellanza: 29 marzo 2016: Interpellanza con risposta scritta e orale durante il prossimo Consiglio comunale su Convenzione tra Comune e Tribunale di Cuneo


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